sabato 13 ottobre 2012

III) Un sorriso cosmico

Pensavo ad òpere quali "La passione secondo Matteo" di Bach, "Il flauto màgico" di Mozart, la "Missa solemnis" di Beethoven, il "Parsifal" wagneriano... e consideravo che se molte sono le mùsiche atte a suscitare diletto ed emozione, solamente talune possono occupare e "saturare" la sfera estètica onde porsi quali lavacri dell'io, veìcoli estàtici alle più alte mete cui sia conceduto allo spirito umano d'accedere. Capolavori che pàiono indifferenti ad una materiale configurazione, alla datità fisica, all'immanenza artistica di cui pur sono costituiti. Ed hanno l'arcano potere di spogliare colui che vi si accosta della sua vilesca scorza quotidiana, del groviglio de' sentimenti che s'àgitano dentro, per additare quella pacificazione e quella rigenerazione da sempre sospirate e da sempre precluse...

 Una volta una signora mi confidò commossa e liquida al tèrmine di un'esecuzione del "Messiah" di Haendel: "Magnìfico! La mùsica quand'è così ha la miracolosa facoltà di riconciliarci con il mondo!..".  Macché, signora mia cara. E' l'esatto contrario. Questa mùsica, che quasi silenzia il proprio suono onde far vibrare il canto dell'infinità, possiede la prodigiosa virtù di sciòglierci finalmente da i volgari tentàcoli del mondo, d'affrancarci dai suoi dèdali equivoci, dalle sue paludi, irrisioni e menzogne. In ciò risiede la bellezza della mùsica superna rispetto alle altre forme d'arte: essa è sostanza misteriosa che annulla, o c'illude d'annullare, le contraddizioni dell'esistenza interiore di cui spazza via le immàgini insulse e lògore, e contraddice ai meschini nessi d'una lògica intesa a sancire il patteggiamento tra l'uomo e la folla delle proprie mediocrità.

La grande mùsica non mira e non s'attarda a sollevare il mondo a bellezza, cara signora, ma scandalosamente contrappone a questo tutta se stessa. La propria demonìa è nemica acèrrima alla rugginosa e tronfia meccànica del reale. Per tale ragione la musica sublime non è parola, non figura, non materia, non modello sensìbile. Essa è altro. E' perlappunto l'ineffabile, contamplazione di sé. Se vogliamo, una specie di leggiero sorriso còsmico.




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