Quasi fosse un sècolo arcaico, sprofondato ed avvolto in brumose e misteriose leggende, il Novecento musicale, eccezion fatta per una breve catena di vette (ad esempio Stravinskij, Prokof'ev, Alban Berg), è tutto dimenticato da se medesimo. Sembra che per una sorta di fatale maledizione ciò che è stato prodotto in questo tempo recente emetta una demònica sostanza che lo espunge dalla realtà del presente. In vero questo drammàtico fenòmeno, che non ha riscontro nelle altre èpoche della storia della mùsica d'arte occidentale, trova motivazione nel gusto e nel consumo musicale di massa, i quali sono venuti a trovarsi in rapporto con linguaggi che ribùttano con forza.
Il gusto del pùbblico si èsplica in un tempo che non è il suo. O, se si preferisce, è la mùsica del Novecento ad offrirsi ad un tempo - ad una civiltà, ad uno Spìrito - che non può o non sa accòglierla. A tutt'oggi il gusto e le inclinazioni di massa, gli abbandoni e le eccitazioni dell'ascolto, sono rimasti ancorati ai vecchi linguaggi tardoromàntici, mentre la mùsica novecentesca - s'intenda la più autèntica e sincera - è stata tesa ad un ventaglio di modi espressivi che s'invèrano nel "probàbile", nel "rischio", nell' "ipòtesi", o sia in un futuro indefinito. Il presente è il vuoto, è la scissione profonda tra produzione e fruizione, è l'epicedio che intona l'indifferenza nutrita dal fastidio. Tant'è che figure di compositori minori del Sei, Sette ed Ottocento, risùltano lusingate non soltanto dall'interesse, se non dal fervore, della musicologìa e della crìtica, ma anche da un'udienza generale vivace e percettiva: si pensi alla risonanza, negli ùltimi decenni del ventèsimo sècolo, suscitata dalle problemàtiche dell'esecuzione filològica connesse alle òpere dell'età barocca e preclàssica. Mentre rilevanti compositori che pur hanno segnato e caratterizzato la vita musicale della prima metà del Novecento sono da lunga pezza riposti nel silenzio: intruppati in un buio stambugio senza porte né finestre affinché l'ignoranza che si ha di loro non si trasformi in tedio.
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