lunedì 15 ottobre 2012

XXIV) Gorgia dixit

Anche Gorgia da Leontini ci assicura che non esiste un bel niente al mondo: e manco il mondo stesso. Dato che se l'èssere esistesse tre sarebbero i casi: o sarebbe eterno, o sarebbe generato, o sarebbe entrambi.
A) Se l'èssere fosse eterno non avrebbe di conseguenza alcuna orìgine, e dunque sarebbe illimitato. Ed essendo illimitato non sarebbe contenuto in alcun luogo, dato che non c'è luogo che possa contenere l'illimitato a meno di non concepire, per assurdo, un contenuto più grande del contenitore. E neppure si può concepire il contenuto corrispondente al contenitore poiché sarebbe come affermare che l'èssere è dùplice: luogo e corpo nel contempo.
B) Se l'èssere fosse generato non potrebbe èssere generato che dal non èssere. Ma il non èssere non è e dunque non può generare.
C) Se l'èssere fosse insieme eterno e generato significherebbe che l'eternità ha un principio, il che è una contraddizione in tèrmini. Infatti chi potrebbe negare che se sei eterno non sei mai nato, e se sei nato vuol dire che non sei eterno?
Morale della fàvola: non esìstono né l'èssere né il non èssere. (Che non esista il non èssere, va da sé, è d'una evidenza disarmante).

Non è a dubitare che il miràbile e virtuosìstico ragionamento di Gorgia, qui espresso per ràpidi tratti, fili dritto come una Ferrari. E però se mi capitasse d'andare a sbàttere contro un bòlide di Maranello, come potrei, tutto sgrugnato in una stanzetta ospedaliera, asserire che quell'automòbile non sia mai esistita e che le mie doloranti ammaccature altro non sono che fole?... Tra lògica e realtà qualcosa non funziona. O l'una o l'altra mi prende pel culo, come mi ci prende già, da lunga pezza, il rebussìstico rapporto tra parola e oggetto correlato, o vero tra significante e significato. Nel senso che non trovo, e non troverei manco sul vocabolario, i tèrmini linguìstici atti ad esprìmere i miei pensieri. E se ascolto gli altri uòmini, mi pare che i loro discorsi s'infìlino tra le nùvole. Si va per approssimazioni che non rare volte pròvocano penose incomprensioni, immisericordi qui pro quo... Aveva ragione ancora una volta Gorgia, il quale asseriva che se pur qualcosa esistesse non sarebbe comunicàbile.

 Non resta che tacere, ed alzare bandiera bianca di fronte al nulla e alle sue contraddizioni.

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