L'Arte combatte la sua battaglia per possedere il mondo. Una battaglia perduta ab origine, perché "l'artista è un èssere nel mondo", e il mondo è da lui trasfigurato prima ancora d'èssere conosciuto. La realtà diventa poesia, forma dell'inesprimìbile, e l'inesprimìbile postremo orizzonte del mondo. Il gioco della creazione paga il prezzo dell'infinito con la solitùdine; la trascendenza del sentimento con l'impossibilità a riversarsi sull'altro da sé; il privilegio della natura astratta, e quindi universale, con il supremo grado della individualizzazione.
L'enigma dell'Arte - di ogni forma d'arte - consiste nella capacità-necessità di staccarsi dal mondo oggettivo visivamente e concettualmente definito.
Proprio la scienza semiològica è la più rimota dal cuore della verità artìstica. I segni, vettori che non rècano altro che l'ammirazione di se stessi, sìano essi verbali, pittòrici, architettònici, musicali, si nègano alla razionalizzazione e alla scomposizione, ed a noi proclàmano l'imperscrutabilità poètica dei loro contenuti. Ciò perché i segni non tràggono ispirazione dal mondo comune degli uòmini ma dall'uomo sìngolo, irrepetìbile, il cui ànimo è estraneo ad ogni altro.
Kant aveva intuito che la sublimità dell'Arte non risiede in alcuna cosa della natura, ma soltanto nel nostro profondo io allorché possiamo avvertire d'èssere superiori alla natura che è in noi, e quindi alla natura che è fuori di noi. Conferma l'asserzione heideggeriana: "das sich in-Werk-setzen der Warheit des Seienden", il mèttersi in òpera della verità dell'essente. La mùsica èleva al sommo grado quell'enigma.
Ciò però non sta a significare che l'òpera d'arte che nasce, si realizza e materialmente si afferma nella dimensione "figurativa" (o scènica) non abbia necessità, per manifestarsi nell'accezione fenomenològica del tèrmine, di siffatta dimensione. Ché anzi il riferimento del mondo sensìbile in tal caso sta come supporto, come base di lancio allo sprigionarsi e all'espàndersi del divenire fantàstico verso la suprema meta della "Bellezza". La "visualizzazione" sarà sì distrutta e inglobata dalla pura immaginazione nella realtà ùltima della poesia, ma ne è stata altresì un presupposto, occasione votata al sacrificio.

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