sabato 13 ottobre 2012

XI) La porcella Salome


Salome? Una maschietta tra Sade e Artaud. Scandalosa maschietta: e ancor più rovinosa la sua passione per Giovanni Battista (anche se, a ben guardare, una passione che non sia scandalosa è soltanto quel sentimento che ci rende spesso ridìcoli agli occhi del mondo)... In verità, a detta del sommo Mallarmé, Salome sotto sotto era frìgida, però noi non ci si vuol credere. E che? frìgida lei, Salome? E che cosa dovrebbe mai fare, più di Salome, una poveretta su questa terra per non cadere in sospetto di sì grave e pietosa deficienza, organica o psichica che sia? Giacché, se pur non ne combinasse tante di nùmero, questa eroina della libido rovente, quel poco che escògita appare, senza alcun forse, super: anzi, d'una madornal smoderanza. Figurarsi (horribile dictu) il celebèrrimo bacio, il lungo e lurco bacio da lei stampigliato sulle necròtiche labbra della testa decollata di Giovanni Battista: e chi se la sentirebbe di considerare l'atto soltanto una spacconerìa? come dire? una ragazzata? (Oh!, il bacio del buon Hayez!).

Fresca d'età, ancor vergine, ancora capricciosetta, e però già disfrenata a mo' d'incupidita Menade, Salome ha fatto innamorare di sé fior d'artisti e intellettuali di varia estrazione culturale: da Tiziano a Huysmans, da Flaubert a Moreau, da Heine a Florent Schmitt, per citarne taluni; né s'opini che un Gide, o un Proust, celatamente non ne subìssero, anche loro, la fascinazione ancorché biasimàssero apertis verbis i di lei paventèvoli spasmi perversi, non dissimilmente dal Keiser Wilhelm II al conòscere la Salome di Oscar Wilde posta in mùsica da Richard Strauss: la più concupiscìbile, la più intorcinata di bramosìa, la più dandy e decadente, la più tessuta d'accidia, d'enigma e d'isterìa fra tutte le Salome birichine consegnate alla storia.
L'opera del traviatissimo scrittore inglese e dell'ingordo musicista bavarese provocò in sul principio del sècolo ventèsimo (già inquinato) uno sconquasso di violenza rara: innùmeri coscienze rabbrividìrono al tristo avvento della fanciulla porcella, che abissava nella lussuria di gesta e nella connessa proluvie d'acconci suoni. Forse mai teatro musicale aveva tanto ardito; mai la casta bellezza dell'arte aveva con sì forsennati aromi corteggiato uno sfacelo etico; lambito così da presso il convulso mareggiare dell'Eros, e del Thanatos; così pregiudicatamente "coronato di rose il marciume" (l'espressione è tratta da Pétrus Borel, romanziere e licantropo francese della prima età dell'Ottocento, oggi non molto noto, ma un tempo non disistimato punto dai più sofisticati ambienti intellettuali).

 Vita eterna a Salome.

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