sabato 13 ottobre 2012

VIII) Democritos dixit

"Sono sempre irragionèvoli le speranze dei coglioni".
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"Savio è chi non s'arrovella per le cose che non ha, ma gode delle cose che ha".
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"E' davvero una bischerata non adattarsi ai casi inevitàbili che la vita ti getta addosso".
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"La donna è molto più scaltrita dell'uomo nell'architettar il male".
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"E' un'impresa ardua educare i figli: se uno consegue il successo, vi perviene in ogni caso tra mille perìcoli e patemi d'ànimo, mentre se a uno gli va male non v'ha dolore al mondo che possa superare il suo".
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"Se non avrai bisogno del molto, il poco ti parrà molto".
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Si dice "mal comune mezzo gaudio". Una stronzata. "L'indigenza generale è un male molto più drammàtico ed angoscioso di quella che colpisce il sìngolo, perché in quel caso non resta speranza d'aiuto".
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"Il vecchio ha avuto la fortuna di èssere giòvane. Ma il giòvane non sa se arriverà alla vecchiaia. Pertanto il bene trascorso e goduto è da preferirsi ad un bene futuro ed incerto".
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"La vecchiaia è una mutilazione dell'uomo".
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"Ogni paese della terra è aperto all'uomo saggio, giacché la patria dell'ànima virtuosa è l'universo intero".
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"Vale di più la sèmplice speranza della persona colta che tutta la ricchezza dell'ignorante".
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"Gli imbecilli, invece della vecchiaia, tèmono la morte".
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"I maiali folleggiano nel letame".
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"Il discorso è l'ombra dell'azione".
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"Opinione è il freddo, opinione il caldo. Verità soltanto gli àtomi e il vuoto".
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"Nulla conosciamo secondo verità, perché la verità giace nell'abisso".
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"La bellezza del corpo è una dote da animale se non s'accompagna all'intelligenza".
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"Non s'esèrciti la donna a ragionare. Ché sarebbe un casino".
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"Se non capisci i complimenti che ti fanno, ritiènili adulazione".
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"I taccagni hanno il destino delle api: ammassare come se dovèssero vìvere in eterno".
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"Per poter avere il pene eretto quando si vuole? Ungersi le estremità con miele misto con un po' di pepe macinato".
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Dice Cicerone: "Democrito, perduta la vista, non poteva ovviamente distìnguere il bianco dal nero, ma poteva egualmente discèrnere il bene e il male.... Anzi, egli reputava che la vista interiore dell'ànima ricevesse impedimento dalla vista corporea, e mentre tante persone spesso non vèdono neppure ciò che hanno davanti ai piedi, egli percorreva l'infinito con il solo intelletto, senza trovare mai un lìmite che lo arrestasse".
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Dice Gellio: "Nei libri di storia greca è riferito che il filòsofo Democrito, uomo degno di venerazione oltre ogni altro, e tra i più autorèvoli degli antichi, si privò spontaneamente dell'uso della vista poiché reputava che le riflessioni e le lunghe meditazioni del suo ànimo nell'indagare i principi e le cause della natura sarèbbero divenute più spedite e più esatte se le avesse liberate dalle attrattive che offre la vista e dagli ostàcoli che provèngono dagli occhi". E' notorio che a Democrito piacevano da morire i corpi donneschi, cui non sapeva resìstere, ovvero rinunziare. Si tramanda che la sua erezione, ohibò, fosse continua.

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